LEZIONE-SPETTACOLO TRA UOMO E MACCHINA


Classe IV

Istituto “Teresa Confalonieri” di Roma
A CHE COSA ABBIAMO ASSISTITO:
LEZIONE-SPETTACOLO “AUTOPSIA DI UN GIRADISCHI”
Mercoled’ 13 gennaio 2010 ore 10.30
Festival delle Scienze di Roma (13-17 gennaio 2010)
Indirizzo: Auditorium – Parco della Musica di Roma




Conoscere l’uomo significa conoscere anche la macchina, che come ogni “essere” si trasforma nel tempo e il cui potenziale è ancora in gran parte inesplorato. E’ quanto affermava già Diderot nell’Encyclopèdie nel XVIII sec. ed è stato anche il tema della rappresentazione dal titolo “Autopsia di un giradischi”, tenuta nel corso del Festival delle Scienze. Non si è trattato né di una lezione di meccanica, né di elettronica, bensì di un paragone fra l’anatomia di un vecchio giradischi e quella di un essere umano, come sottolineato dalla lettura di un passo dalla stessa Encyclopèdie nel quale qualsiasi termine riferito a fattezze umane veniva sostituito con termini meccanici.


La lezione è stata anticipata da una lunga introduzione, nella quale il Presidente della Fondazione Musica per Roma Gianni Borgna ha introdotto alcuni temi, con particolare attenzione per la presenza della tecnologia nel nostro quotidiano, e ha dato la parola agli altri quattro relatori: Vittorio Bo, direttore scientifico del Festival; Flaminia Saccà, presidente Filas; Carlo Fornaro, direttore delle relazioni esterne Telecom Italia; Carlo Fuortes, amministratore delegato della Fondazione Musica per Roma, che hanno uno per volta preso parte al dibattito.


La “lezione spettacolo” è stata poi condotta dall’”anatomista” Vittorio Marchis, docente al Politecnico di Torino ed esperto di storia della tecnologia: l’“Autopsia di un giradischi”, per illustrarci in maniera pratica le similitudini “organiche” tra l’uomo e la macchina. Il professore era affiancato da un assistente, con cui esaminava e sezionava i diversi elementi che componevano l’oggetto, e da una lettrice che proponeva dei passi a tema. Sullo schermo, alle spalle degli interpreti, venivano riprodotti diversi video riguardanti il giradischi. Queste clip apparivano però come un espediente nei momenti in cui “l’anatomista” doveva impegnarsi maggiormente nello scomporre la macchina. Al termine, ognuno di noi poteva appropriarsi di uno dei pezzi in cui era stato scomposto il giradischi, che erano stati posti sul palco di fronte al pubblico, anche per essere osservati in modo migliore.


A conclusione di questa rappresentazione tra uomo e macchina, la prima sensazione è stata di spaesamento, per il modo in cui alcuni punti erano stati affrontati. I misteri che si pensava sarebbero stati svelati non lo erano stati pienamente, in quanto i dettagli dello smontaggio stesso non erano stati approfonditi, e si è colto un distacco tra la rappresentazione e un buon numero di spettatori, che seguivano in modo passivo. Si è avuta la netta sensazione che l’aspettativa creatasi con la lunga introduzione non sia stata in fondo ripagata.